È difficile da mettere in pratica?
Per me, sì… all’inizio.
Le sfide principali sono state:
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Rimanere concentrata per 25 minuti sulla stessa attività, senza lasciarmi distrarre da altro.
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Fermarmi dopo 25 minuti, soprattutto se sono vicina alla fine del lavoro: se mancano solo 10 minuti alla conclusione, “soffro” a interrompere.
Cirillo raccomanda di staccare sempre, ma credo che un po’ di elasticità sia salutare: se sei in dirittura d’arrivo, termina pure… e recupera la pausa subito dopo.
Cosa fare (e non fare) durante le pause
Le pause previste sono di 5 minuti e di 25 minuti.
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Nei 5 minuti: l’autore consiglia di alzarsi dal luogo di lavoro, evitare social, email o pensieri legati all’attività appena fatta. Io ne approfitto per fare un giro in giardino, bere un tè… il tempo vola!
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Nei 25 minuti: qui invece riesco a fare molto di più, come una lavatrice, leggere qualche pagina di un libro o guardare un po’ di TV mentre faccio uno spuntino.
Questa tecnica funziona meglio per studio e lavoro da casa. In ufficio è più difficile rispettare i tempi, tra colleghi e scadenze. L’importante è non dimenticare il concetto di fondo: il cervello ha bisogno di ricaricarsi per ripartire al meglio.
Come misurare il tempo di pausa
Molti usano un’app sul telefono. Io ci ho provato, ma dopo il primo pomodoro ho preferito usare una sveglia sul PC o un orologio, per non essere tentata dal cellulare.
💡 Consiglio questa tecnica a chi vuole aumentare la produttività, ma anche imparare a gestire meglio energie e concentrazione.
Buon lavoro!


